Psiconcologia

Il supporto psicologico ai pazienti oncologici, ai malati gravi ed ai cosiddetti malati terminali è un aiuto concreto per chi affronta forse il momento più difficile della propria esistenza. La morte è inevitabilmente un grande tabù: si evita anche di nominarla. Non si assiste solo la persona, ma molto spesso il suo sistema familiare, che è sollecitato fino al massimo livello di stress.

Anche gli stessi medici non amano intervenire in queste particolarissime circostanze. Per chi ha dedicato la propria vita a combattere le malattie ed a salvare le persone si tratta di guardare in faccia la propria impotenza. L’impossibilità di salvare il proprio paziente. E, soprattutto, la propria stessa paura di morire e della morte, che è la base di quasi tutte le nostre angosce.

Anche per uno psicoterapeuta, assistere un altro essere umano che affronta la peggiore delle proprie paure non è semplice.

Una delle studiose più importanti della materia, Elisabeth Kübler Ross (1926-2004) è celebre per la descrizione di cinque fasi di reazione alla prognosi mortale:  diniego (denial and isolation) , rabbia (anger), negoziazione (bargaining), depressione (depression), accettazione (acceptance).

Ci sono state delle vere e proprie rivoluzioni nell’abbinamento di terapie mediche e approccio psicologico. In Italia particolarmente significativa è stata l’esperienza tracciata dal Professor Vincenzo Montrone all’Ospedale Cardarelli di Napoli. Grazie a lui ed all’esperienza dell’Associazione “Il Nodo” è oggi possibile non lasciare soli ed abbandonati a sé stessi ed alle loro famiglie coloro che non possono più giovarsi di cure destinate alla guarigione.

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